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Gruppo di sostegno per persone e coppie con problemi di fertilità

L’esperienza della difficoltà a procreare porta con sé un carico di emozioni e sentimenti dolorosi che spesso vengono vissuti in solitudine.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nei paesi industrializzati il 15-20% delle coppie, cioè 2 su 10 per arrivare a 2 su 5 dopo i 35 anni, ha problemi di fertilità.

Nonostante ciò, è difficile parlarne e ancor più sentirsi compresi.

Questo vuole essere un luogo in cui è possibile parlare liberamente, condividere e confrontarsi, rivedersi e ritrovarsi nell’altro, riflettere, comprendere ed arricchirsi.

PERCHE’ INCONTRARSI IN GRUPPO?

La danza, Henri Matisse 1909
Perché il gruppo accoglie, contiene e sostiene.
Il gruppo contiene in sé le potenzialità per promuovere dinamiche di aiuto reciproco tra i suoi membri. Inoltre, grazie ad esperienze ed obiettivi condivisi, i partecipanti hanno la possibilità di riconoscere e riattivare le risorse individuali e di coppia utili per affrontare disagio e sofferenza.

Tutto questo attraverso la guida di una psicologa esperta.

PROGRAMMA ORIENTATIVO: 6 incontri a cadenza quindicinale

  •  CON CHI NE POSSO PARLARE?

Per conoscersi e raccontare di sé e della propria esperienza.

  • TRISTEZZA, RABBIA, COLPA E TANTO ALTRO: quali e quante le emozioni dell’infertilità.

Per dare voce a quello che si vive e si sente ma che spesso non è facile condividere.

  •  DAL FARE AL PENSARE.

Per far emergere aspettative, bisogni e desideri. Per riflettere su ciò che accade prima, durante e dopo gli interventi medici e dare senso all’esperienza.

  • IO, TU E LA NOSTRA COPPIA.

Per parlare di donne e uomini alle prese con l’infertilità, di come questo influenza il rapporto di coppia e quali strategie utilizzare per mantenerlo saldo.

  • DIRLO O NON DIRLO.

Per riflettere sulla possibilità di parlare liberamente della propria condizione con parenti e amici oppure tenere solo per sé la verità. E ancora, se sia giusto raccontare al proprio figlio come è stato concepito.

  • DAL LIMITE ALLA POSSIBILITA’.

Per affrontare la sofferenza e riconoscere ed utilizzare le proprie risorse interiori.

 E’ possibile richiedere un COLLOQUIO PRELIMINARE GRATUITO

Infertilità. Lo psicologo … quando il figlio non arriva

Solitudine, 1996 Carlo Frisardi
Dopo una diagnosi di infertilità o di sterilità, quando il figlio non arriva ci si trova a sperimentare una sofferenza profonda che coinvolge se stessi e il mondo delle relazioni. L’immagine di sè vacilla sotto il peso di frustrazioni e fallimenti con una ripercussione sul proprio modo di stare con gli altri.

Possono emergere sentimenti complessi e non facili da gestire, a cui spesso si attribuisce un significato negativo, quali rabbia, vergogna, invidia, senso di fallimento e di colpa. Così ci si chiude nel tentativo di proteggersi un po’ da ciò che fa stare male. Capita poi che il sentimento di perdita, il profondo senso di vuoto e il vissuto di solitudine rendano più difficili le relazioni: quella di coppia, quella con la famiglia d’origine e quella con gli amici.

Nel difficoltoso percorso della ricerca del figlio, spesso accade che ci si prenda cura in modo preferenziale di tutti gli aspetti strettamente fisici. Così, l’urgenza del fare prevale sul pensare senza che vi siano un tempo e uno spazio per sentire e contenere il dolore, le paure, i conflitti. Questi aspetti però possono trovare espressione ad altri livelli con l’emergere di una sintomatologia depressiva, ansiosa, psicosomatica oppure con il presentarsi di difficoltà relazionali.

Come individui siamo corpo, mente, emozioni, affetti e relazioni. Per questo è importante e necessario prendersi cura di sé nella propria interezza anche attraverso il ricorso a diverse professionalità.

All’interno di un percorso psicologico specifico che fornisca ascolto, contenimento, comprensione e sostegno è possibile aprire uno spazio di riflessione e rielaborazione personale e di coppia.

L’intervento dello psicologo è finalizzato a ritrovare il benessere. Recuperare il senso e il significato dell’esperienza consente di divenire maggiormente attivi e consapevoli. Permette di entrare nuovamente in contatto con la dimensione del desiderio e della progettualità. Consente l’emergere di una rinnovata spinta creativa. Conduce a riscoprire potenzialità e ritrovare capacità di proiettarsi nel futuro, anche con modalità inedite.

Dott.ssa Elisa Bressani