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ADOZIONE… fare la differenza nella vita di un bambino

L’adozione nella storia

Nella storia l’adozione è un istituto molto antico di cui si è trovata traccia a partire dal 2000 a C. e che consente di creare un legame giuridico tra soggetti che non sono legati da vincoli di sangue.

Nel corso dei secoli, da ciò che accadeva nelle società più antiche fino ad arrivare ad oggi, l’adozione ha assunto diverse caratteristiche e differenti significati ma venivano sempre privilegiati e curati gli interessi degli adulti.

Il bambino è protagonista

In Italia la legge 431 del 1967 ha aperto ad una nuova attenzione per i minori e il bambino è divenuto protagonista.

L’adozione ha la funzione di dare una famiglia al bambino che non ce l’ha e non di dare un bambino ad una coppia senza figli. La coppia, desiderosa di adottare consegna in tribunale una offerta di disponibilità e si mette a disposizione

Un bambino per essere adottabile deve essere dichiarato tale da un giudice con un apposito processo, Il bambino deve aver sperimentato una condizione di assoluta carenza – non dovuta a cause transitorie di forza maggiore – di assistenza morale e materiale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a provvedervi.

Oggi la percentuale di bambini abbandonati alla nascita è molto bassa mentre la maggior parte delle dichiarazioni di adottabilità segue a gravi maltrattamenti, situazioni di violenza, incapacità degli adulti a percepire e rispondere alle necessità quotidiane e ai problemi dei piccoli.

Per accogliere un bambino in adozione sono necessarie le competenze di ogni genitore e altre specifiche che si è chiamati a mettere in campo per riparare ferite molto dolorose. Inoltre, sempre più spesso, l’adozione coinvolge bambini grandicelli, in età prescolare o scolare, che aspettano da tempo di essere accolti in famiglia.

Sia nell’adozione nazionale sia nell’internazionale viene cercata una coppia che possa corrispondere e rispondere ai particolari bisogni di uno specifico bambino.

CHE CARATTERISTICHE DEVE AVERE UNA COPPIA PER POTER ADOTTARE?

I Servizi degli Enti locali hanno il ruolo di incontrare e conoscere la coppia per valutarne le potenzialità genitoriali ad accogliere un bambino in adozione e stendere una relazione che andrà al Tribunale dei Minori.

Vengono raccolte informazioni sulla storia personale, relazionale e sociale della coppia.

Quante ansie per gli aspiranti genitori durante questi incontri! Ci si sente valutati e spesso poco capiti.

Se accompagnati da operatori preparati e sensibili, questi incontri possono diventare una opportunità molto preziosa per approfondire desideri aspettative e motivazioni, per chiarirsi sulle disponibilità, per meglio comprendere le caratteristiche e i bisogni dei bambini. E’ un percorso di consapevolezza volto a conoscere meglio le proprie potenzialità e i propri limiti, che va affrontato con il desiderio di mettersi in gioco per il benessere del bimbo che arriverà. Un bambino che ha bisogno di imparare momento dopo momento che cosa sia l’amore, la cura, la fiducia, la possibilità di essere accolto, affidarsi e poi di appartenere, la possibilità di fare i conti con il proprio passato per affrontare il futuro.

Allora ai futuri genitori adottivi è chiesto:

  • di aver elaborato il lutto per il figlio biologico, per non correre il rischio di no vedere il figlio che incontreranno
  • che la scelta adottiva sia frutto di un reale e solido progetto comune
  • di avere capacità di osservazione, ascolto, rispetto dei tempi del bambino e delle sue abitudini, rispetto dei legami che il bambino ha stabilito, rispetto dei limiti e delle differenze
  • di avere capacità di tollerare la frustrazione, essere flessibili rispetto alle circostanze che si verificheranno o ai rischi che potranno esserci
  • di farsi carico della storia del piccolo, raccontarla e restituirgliela con calore ed empatia
  • di tollerare il grande dolore del figlio per riuscire a ripararlo con lui
  • di essere disponibili a chiedere aiuto, affidarsi come coppia e come famiglia a operatori in grado di sostenerli, accompagnarli e prendersene cura nei momenti di difficoltà

La coppia deve essere disponibile a fare la differenza nella vita di un bambino, senza aver bisogno di lui, per impegnarsi a farne un adulto sereno e in grado di affrontare la vita in modo costruttivo.

Così come nell’adozione vi è un incontro di bisogni e desideri, quelli della coppia genitoriale e quelli del figlio, così anche il processo di filiazione avviene in modo reciproco con i grandi che accolgono il piccolo riconoscendolo figlio e il piccolo che accoglie gli adulti riconoscendoli come mamma e papà.

 

 

TRAUMA

“Ogni rovescio ha il suo dritto,

ogni destino può essere riscritto,

Non c’è male da cui non venga il bene,

dalle ore buie nascono le sirene”

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il trauma è il risultato mentale di un evento o una serie di eventi improvvisi ed esterni in grado di rendere l’individuo temporaneamente inerme e di disgregare le sue strategie di difesa e di adattamento.

Il trauma psicologico è un evento che disorganizza la mente e crea una ferita del sé, rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo perché risulta “non integrabile” nella persona e nella su storia. Per questo ha un impatto negativo sul soggetto che lo vive, rimane dissociato dal resto dell’esperienza psichica e può causare una sintomatologia specifica.

Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. Esistono i “piccoli traumi” o “t”, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intesa (un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia). Di solito si tratta di traumi che coinvolgono la relazione. Accanto a questi traumi di piccola entità si collocano i grandi traumi o “T”, cioè tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care (disastri naturali, abusi, incidenti).

L’evento traumatico, secondo i criteri diagnostici del DSM, comporta l’esperienza soggettiva di un senso di impotenza e vulnerabilità di fronte a una minaccia, soggettiva od oggettiva, che può riguardare l’integrità fisica della persona o, più in generale, il suo senso di sicurezza psicologica.

Non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo. Le risposte subito dopo uno di questi eventi possono essere moltissime e variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve periodo di tempo, fino alle reazioni più gravi, quelle che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico. Può accadere che la persona sviluppi schemi intrapsichici utili a gestire la situazione, l’altro e le proprie emozioni. Ad un certo punto poi si verifica un “evento precipitante” che riattiva le stesse reti mnestiche coinvolte dal trauma primario e si assiste allo sviluppo di un sintomo.

 

Percorso di preparazione, riflessione e sostegno ad un progetto adottivo consapevole e sereno.

Indicato per chi si sta avvicinando alla scelta adottiva come prima occasione di informazione e riflessione o per chi, dopo aver seguito un corso pre-adozione proposto delle équipe territoriali o da enti/associazioni, sente la necessità di prepararsi, approfondire e riflettere  ulteriormente sulla propria scelta in uno spazio dedicato soltanto a sé ed alla propria coppia, in un luogo libero dal giudizio e dalla valutazione.

La scelta di adottare richiede un grosso lavoro di conoscenza e consapevolezza di sé, di formazione e preparazione all’accoglienza dell’altro. In coppia si arriva a tale decisione spesso dopo percorsi lunghi, faticosi e dolorosi con tante speranze, aspettative e rinnovato entusiasmo ma anche con domande, dubbi, preoccupazioni e paure. Per questo, si può sentire l’esigenza di approfondire  il confronto con chi ha esperienza nel campo dell’adozione.

Il percorso qui proposto può essere utile prima di consegnare la domanda di disponibilità all’adozione ed incontrare assistente sociale e psicologo.

Di seguito un elenco che indica (ma non esaurisce) gli argomenti che è possibile affrontare:

–          Adozione nazionale e internazionale

–          Lo studio di coppia: funzionamento, finalità, significati individuali e di coppia; emozioni e riflessioni

–          Motivazioni alla scelta adottiva: bisogni, desideri, aspettative

–          Infertilità, percorsi di cura, PMA, fallimenti: vissuti, significati e senso dell’esperienza

–          Le storie individuali

–          La relazione di coppia

–          La relazione con le famiglie d’origine

–          Le relazioni sociali

–          Cambiamento, rigidità e flessibilità

–          Gestione di crisi e conflitti

–          Bambino immaginato e bambino reale

–          Dichiarazione di disponibilità: limiti e risorse individuali e di coppia, caratteristiche e bisogni dei bambini

–          Essere genitori adottivi

–          Dubbi, preoccupazioni, paure

Nel corso di un PRIMO COLLOQUIO GRATUITO verranno prese in considerazione esigenze e richieste per accordarsi rispetto alla durata del percorso.